Non lasciarmi andare via!

Fidelizzare i propri collaboratori sta diventando per le aziende una vera e propria “Mission Impossible”!

 Le aziende tendono a contendersi candidati migliori a suon di offerte, proposte, rilanci, benefit, pacchetti ad personam…. Sono veri e propri “corteggiamenti” professionali: mancano i mazzi di fiori a casa, ma per il resto ci siamo.

Un imprenditore, l’altro giorno, mi raccontava di un faticosissimo gioco al rilancio cui è obbligato per trattenere Pietro, un suo collaboratore molto ricercato dalla concorrenza, il quale all’incirca ogni 6 mesi riceve un’offerta di lavoro.

“Sai quanto gli ho dato in 2 anni? – mi chiede – un aumento del 45%. Ma è accettabile? Sai che non lo posso più vedere? Non dimostra alcun attaccamento all’azienda, e poi mi sento ricattato: che altre soluzioni ho?  Ho bisogno di lui, anche se in realtà sogno di accompagnarlo alla porta”.

Pietro incarna, insomma, un tema che oggi sta causando vari problemi alle aziende: possiede competenze piuttosto difficili da reperire sul mercato.

Niente di nuovo, in fondo. La scarsità delle risorse ne aumenta il valore. E i vari “Pietro” diventano preziosi, ricercati, vezzeggiati e quando divengono consapevoli del valore che hanno sul mercato.. Cavalcano l’onda!!

Cosa si può fare? Giocare d’anticipo e lavorare sull’ingaggio e sul senso di appartenenza: chi sta bene e sente un legame con la propria azienda andrà via più difficilmente. E non prenderà in considerazione solo la componente economica, ma un insieme di fattori.

Chi gestisce persone dovrebbe porsi alcune domande: perché i miei collaboratori non dovrebbero andarsene? Come li tratto? Cosa offro? E come mi posiziono rispetto al mercato?

Il principio è valorizzare le persone, e non rincorrerle per trattenerle: si tratta, quindi, riuscire a creare un ambiente di lavoro nel quale si stia bene, in senso esteso.

Cosa significa?

  • Delineare e comunicare una visione di futuro che indichi la direzione e che motivi
  • Definire un’organizzazione chiara in termini di ruoli, attività, obiettivi
  • Favorire il dialogo e la comunicazione interna
  • Curare gli ambienti di lavoro, in modo che sia piacevole lavorarci
  • Formare i responsabili perché siano attenti, capaci di far crescere e valorizzare i propri collaboratori
  • Costruire un piano di welfare, con iniziative volte a creare benessere calibrate sul target  
  • Mettere in campo iniziative di responsabilità sociale di impresa
  • Costruire un pacchetto economico interessante, con una parte variabile

Un buon ambiente di lavoro non è determinato dalla fortuna, non dipende dal caso, e nemmeno si concretizza da un giorno all’altro: occorre un piano progressivo e graduale di intervento, pensato sulle specificità di ogni azienda.

I vantaggi? Minori costi associati al turnover, minor tempo per redimere conflitti e criticità, migliori indici di produttività, migliore reputazione aziendale.